FoodSophia

venerdì 3 febbraio 2012

La verità, vi prego sulla danza

Neanche a farlo di proposito: appena pubblicato un post sul coraggio di una donna nel condividere la propria storia di disordini alimentari, leggo delle conseguenze pesanti di una simile azione da parte di un'altra donna. Una ballerina, in questo caso, e non una qualunque, altrimenti la sua testimonianza si sarebbe rivelata come parole al vento, ma appartenente al corpo di ballo della Scala: Maria Francesca Garritano, già autrice del libro «La verità, vi prego sulla danza!» edito da Italia Press. Sono però le sue recenti dichiarazioni al britannico Observer che hanno scatenato un piccolo puriferio a Milano, come riporta Il Giorno. Le polemiche erano previste, mirate a screditare il contenuto dell'intervista della danzatrice, visto che denunciare così apertamente la patologia che non solo serpeggia nel mondo della danza ma sembra essere caldamente raccomandata, si sa, non si può fare: anche se tutti già lo sanno, dalla scuola di provincia fino alla Scala. Il punto grave è che, proprio nei giorni in cui si parla di giusta causa di licenziamento, pare che la Garritano sia stata licenziata per «giusta causa» e con l'accusa di diffamazione, estremo provvedimento per salvaguardare l'immagine eterea e perfetta di una realtà così pesante, dove la verità non è ammessa.

Volevo essere una farfalla


«Volevo essere una farfalla. Come l'anoressia mi ha insegnato a vivere» è il titolo completo dell'ultimo libro di Michela Marzano, edito da Mondadori (qui è possibile leggerne la scheda). Michela Marzano è oggi professore ordinario di filosofia morale alla Università René Descartes di Parigi, e basta dare uno sguardo al suo curriculum (che potete trovare sul suo blog) per rendersi conto dei sacrifici che l'hanno portata ad occupare questa posizione.
Ciò che però rimane spesso sommerso dai successi, è la storia delle sofferenze che hanno accompagnato il percorso di realizzazione, e perfezionamento, personale. Michela Marzano ha avuto il coraggio immenso di raccontare il dolore della sua anima e del suo corpo, vittima delle eccessive pretese di perfezione. Perfezione che nella narrazione viene abbandonata, perchè l'unico modo per raccontarne l'ossessione è lasciare che i pensieri scorrano e lasciare al lettore lo sforzo di ricostruirne il senso. Perchè il libro non è certamente un saggio sui disturbi alimentari, oserei dire neanche un romanzo, ma un diario intimo e personale in cui si percepisce l'abbandono alla condivisione, questa volta senza filtri, senza controlli, senza il giudizio che censura preventivamente ogni parola.
E' possibile così sentire un'altra persona attraverso le parole, arricchendosi dell'esperienza di un'altra donna che ha rotto il silenzio sulle proprie debolezze, che sono anche le mie, le vostre...perchè al mondo ne esistono tante di «birre rosse»:
E' tutta colpa delle «birre rosse» Sì, proprio così. Perchè se fossi stata una semplice «birra chiara» tutto sarebbe stato più semplice. O forse solo diverso. Ma io ero «rossa». Non rossa di capelli. I miei capelli sono scuri. Quasi neri, come quelli di mamma. Io sono rossa dentro...

giovedì 2 febbraio 2012

Del perchè un (altro) foodblog.

Può sembrare quanto meno superfluo aprire, proprio nel picco massimo dell'esposizione di tutto ciò che gira attorno all'argomento cibo, aprire l'n-esimo foodblog. Credo che sia davanti agli occhi di tutti (e non parlo solo metaforicamente, basta accendere la tv) l'iperfagia mediatica di programmi di cucina, blog di cucina, discussioni di cucina. Non sono certo l'unica ad essermene accorta (potete leggere, a titolo di esempio, un articolo di Ilvo Diamanti su repubblica qui ).

Tuttavia, se è vero che negli ultimi anni il fenomeno enogastronomico è esploso, ciò non significa che prima della sua visibilità non fosse altrettanto vivo e presente nella vita di ognuno di noi e nella cultura di tutti noi. Come dire, il noumeno c'è sempre stato. Il cibo, il mangiare, la cucina, la tavola, hanno accompagnato e sempre accompagneranno (per forza di cose, dobbiamo pur nutrirci) l'uomo nella sua evoluzione naturale e culturale. Il mondo della gastronomia si è, in fondo, trasformato come è capitato ad ogni ambito della nostra esistenza: cioè i suoi contenuti si sono resi maggiormente accessibili e comunicabili. Ciò non corrisponde necessariamente ad una diminuzione della qualità, come se dopo l'invenzione della stampa nessuno avesse più scritto un'opera degna di essere letta.

Non so se il mio blog sarà degno d'esser letto, ma sarà sicuramente un piacere scriverlo. Da ultimo, lascio solo qualche indicazione sommaria su cosa non troverete mai in questo spazio (che cosa invece troverete, quello si vedrà in itinere): ricette copiate tali e quali senza citarne la fonte, tanto meno per gli articoli; insulti gratuiti o polemiche sterili; apologie dei disturbi alimentari (anzi, tutt'altro); diete pericolose per la salute; integralismo vegetariano-vegano-zonista-fruttista-crudista etc.; foto originali da rubare (su questo mi sto attrezzando). 

Se ancora siete davanti alla mia pagina, vi auguro buona lettura!